Oggi è il compleanno di Simone Perrotta: campione del Mondo ed ex centrocampista della Roma

Oggi Simone Perrotta compie 46 anni. Campione del mondo nel 2006, a differenza di alcuni compagni di quella splendida avventura vive lontano dai riflettori. Il che non significa che non abbia esperienze calcistiche importanti. Ne raccontiamo due, che coincidono con le ultime volte che lo si è visto in televisione. L’anno scorso, nel mese di novembre, in occasione della Partita della Pace, lui c’era, insieme alle più grandi stelle del calcio mondiale di diverse religioni e fedi a lanciare con il Papa un appello dal valore universale. Con Cannavaro, Buffon, Zambrotta e altri, Perrotta è sceso in campo affermando due concetti che sente come centrali per il mondo di oggi. Il primo inerente la necessità di porre fine ai conflitti e di proclamarlo proprio in quanto persona con una visibilità pubblica: «Credo che sia doveroso, più che una responsabilità, perché viviamo un periodo storico nel quale adesso balza all’evidenza la guerra in Russia-Ucraina, ma ci sono tanti piccoli conflitti che non vengono menzionati. Gran parte del mondo è in guerra. Chi ha il potere o la possibilità di metterlo in evidenza lo deve fare con forza. Ci vuole la pace perché è l’unico strumento che possa far migliorare tutti». Il secondo è un preciso indirizzo affinché una cultura del fair-play si riesca ad affermare: «Bisognerebbe partire dai più piccoli, dalle scuole calcio. La mission, l’obiettivo di qualsiasi società di calcio deve essere quello di formare dei cittadini e degli adulti migliori, indipendente dall’aspetto agonistico e dal risultato sportivo. I risultati che devono inseguire le società sono i risultati di vita. Non sempre è così. Bisognerebbe perseguirlo con più forza, ma siamo sulla strada giusta, anche se c’è da lavorare».

Parole, solo parole, dicono gli scettici o gli haters, che tante volte sono gli uni quando si travestono dagli altri. Simone è in prima fila anche in un’altra forma d’impegno: è vice presidente dell’Asd Roma amputati. Nella trasmissione “Il cacciatore di sogni” lo racconta e gli occhi gli brillano di entusiasmo: «É una cosa meravigliosa. Mi sono buttato a capofitto uno per dare una mano e poi perché sono dei ragazzi che meritano. Ragazzi che mi fanno anche bene perché mi riconcilia un po’ con la vita. É un progetto molto bello, con un messaggio molto forte. Sapendo che faccio parte di questo progetto mi scrivono in tanti che hanno figli che avrebbero voglia di fare sport, ma le strutture non ci sono. Io credo che anche le istituzioni debbano dare una mano in questo senso».

Non stupisce tanto impegno per un calciatore che in campo era il ritratto della serietà e che aveva le idee chiare su certe cose inerenti il suo mestiere anche quando era consigliere federale dell’Aic. Come la volontà di spezzare il circolo perverso di un rapporto di sottomissione talvolta esistente tra i calciatori e alcune curve, visivamente evidente in situazioni che sono finite per essere considerate normali, quando invece dovevano ritenersi incredibili.

Perrotta: «Sanzionare chi va sotto la curva»

Oppure come l’assunzione della carica di vicepresidente del settore giovanile in seno alla Figc, un universo che conosce bene, avendolo anche raccontato per una stagione in televisione, con un’attenzione verso i ragazzi, la loro vita extra-calcio, le famiglie e i contesti nei quali maturano.

FIGC, Perrotta vice Presidente del Settore Giovanile

Da calciatore, Perrotta ha vissuto prevalentemente nella Roma e sa bene che avrebbe anche potuto vincere di più.

Roma, il rimpianto di Perrotta: «Scudetto del 2010? Rimane una ferita»

Complessivamente, in carriera ha accumulato soddisfazioni e numeri, più di quelle che contava giorno per giorno. Quando arrivò alla gara numero 400, disse candidamente: «Nemmeno lo sapevo, non controllo le statistiche. Non sono tanti quelli che sono arrivati così in alto e questo aumenta la mia soddisfazione». Il bello è che in Inghilterra, invece, lo hanno celebrato in maniera speciale: nella cittadina dove è nato e ha vissuto fino a 5 anni, esiste una statua che lo raffigura insieme a Jimmy Armfield e Geoff Hurst. Perché ad Ashton-under-Lyne sono orgogliosi di avere dato i natali a tre giocatori diventati campioni del mondo e Simone Perrotta se ne sta in compagnia di due glorie del calcio britannico, che 40 anni prima di lui hanno alzato la coppa, loro al cielo di Londra, lui a quello di Berlino.

Riproduzione riservata © 2024 - CALCIOBLOG

feed

ultimo aggiornamento: 17-09-2023


Monza Lecce, le probabili formazioni

Draxler-Al Ahli SC, completate le visite mediche